città

Il Terminal delle crociere a Lisbona. L'inversione dello sguardo

João Luís Carrilho da Graça è il vincitore del concorso internazionale indetto dall'Autorità Portuale di Lisbona nel 2010, a seguito della decisione di spostare il terminal esistente vicino alla stazione ferroviaria di Santa Apólonia. Situato di fronte ai vecchi magazzini portuali e allineato al terreno delle vecchie mura dell'Alfama, il perimetro del Jardim do Tabaco è un grande contenitore rettangolare che definisce l'intervento nella sequenza dei grandi spazi urbani; questi delimitano l'edificio del Terminal e un nuovo parco urbano progettato da João Gomes da Silva.

Attrattori urbani, luoghi comuni della città che cura

Urban attractors are architectures whose character is recognizable as the commonplace of the city they care for, because they are able to activate new relationships between the parts of a building and its context, improving the lifestyle of those who live there. They are characterized by the functional interweaving and are based on flexibility, interaction and sharing of space.

Paesaggio urbano, spazio urbano

Lo spazio urbano è costituito dall’insieme del costruito e dal suo negativo, il sistema degli spazi aperti. Il libro asseconda questa semplificazione ed è quindi diviso in due parti.
La prima tratta il costruito cioè il pieno, e affronta: il tema del progetto urbano come strumento indispensabile per la costruzione dello spazio della città; il tema del progetto del tessuto urbano nella sua declinazione più consolidata, l’isolato; la relazione tra l’architettura e ciò che la circonda, ovvero il contesto in cui si realizza.

Una città per tutti. Diritti, spazi, cittadinanza

La questione del «diritto alla città», per richiamare il titolo di un famoso libro di Henri Lefebvre, pubblicato nel 1968 e tornato negli ultimi anni alla ribalta, è centrale in un’epoca come quella attuale in cui le megalopoli mettono sempre più sotto i nostri occhi la difficoltà, per i progettisti e la classe politica, di governare la natura complessa e mobile della dimensione urbana contemporanea.

Oltre la riva

Può al centro della corrente di un grande fiume europeo e di fronte ad
una città capitale sopravvivere in completo isolamento una oasi naturalistica integrale alla pressione antropica esercitata stagionalmente
da una popolazione che cerca aria e sfogo fuori dall’asfalto e dai blocchi edilizi che la contengono?
E’ possibile per l’architettura, operando tra temporaneità e permanenza, tra mobilità e staticità, tra stabilità e resilienza fornire un contributo in termini di idee concrete alla composizione di un conflitto così
evidente?

Agire con il paesaggio

Il presente è un’epoca di vorticose accelerazioni che hanno prodotto grande instabilità nel pianeta, tra i popoli e le persone. Crescita demografica, aumento delle migrazioni, della concentrazione urbana nelle città del sud del mondo, del consumo di energia, producono un mondo alterato, attraversato da inediti fenomeni metereologici ed ambientali. L’era dell’Antropocene propone una sfida non solo per le scienze ma anche per le arti, le scienze umane, per il modo abituale di vedere le cose e per la cultura contemporanea: è necessaria un’altra visione delle pratiche e delle teorie.

Oltre il Giardino, la città è già o(a)ltre(o)

Città e giardino evocano una relazione che ha caratterizzato per secoli le idee dell’occidente sulla natura e la città. La congiunzione “e” richiama una una relazione tra queste due dimensioni che hanno implicato entrambe l'evolvere di idee sul mondo e la vita sulla cui attualità dovremmo interrogarci. Il presente ci propone uno scenario assolutamente inedito e rapido nel quale sono radicalmente mutati il significato e la natura dei termini città e natura. Se ad esempio guardiamo a recenti fenomeni climatici immediatamente balza davanti ai nostri occhi l'evidenza dei mutamenti in corso.

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