città

La documentazione multiscalare dal territorio, alla citta’, all’architettura. Protocolli operativi per una restituzione e gestione di forme e ambientazioni complesse

La ricerca si propone di definire una metodologia di indagine per documentare i caratteri identitari di un territorio legati al tessuto edilizio e viario dei principali centri urbani, alle attività agricole e artigianali e alle tradizioni. Si ritiene, infatti, il territorio espressione di un ingente patrimonio culturale e principale risorsa per uno sviluppo sostenibile proiettato verso nuove forme di economie basate anche sulla costruzione di filiere integrate: cultura/ artigianato/ turismo/ agricoltura.

Per una tipologia dei luoghi del consumo nell’era dell’e-commerce: Rinascente/Tritone a Roma

Questo contributo ha come finalità principale la prosecuzione coerente delle precedenti ricerche sui luoghi del consumo di moda situati al centro di Roma, per la precisione nella zona denominata Tridente di Campo Marzio o del Popolo, a cui, in tempi moderni, si è aggiunta la specificazione ulteriore “della moda”, in quanto sede delle boutique più prestigiose della capitale.

Il corpo politico delle città

Piazza Navona è solo un frammento extra-ordinario di un processo che viaggia parallelamente alla propagazione del virus o alla sua laten- te e onnipresente minaccia, e che non riguarda il passeggero fenomeno di costume, ma la possibilità di ripensare radicalmente la città storica come patrimonio comune, anche nella sua veste ordinaria: «luogo fisico abitato nell’hic et nunc» capace di «accogliere la vita prosaica e demitizzata della città di tutti i giorni». (Raitano, 2020)

Autorganizzazioni urbane. Capacità di futuro e ‘politica significante’

A Roma si moltiplicano le esperienze di autorganizzazione, non soltanto legate alle occupazioni a scopo abitativo. D’altra parte, non solo a Roma, ma anche nel resto d’Italia e all’estero, emergono diffusamente nelle città pratiche e processi di autorganizzazione. Le forme di autorganizzazione rivelano sicuramente grandi potenzialità. In primo luogo esprimono un protagonismo sociale che comporta l’attivazione di importanti capacità sociali di organizzazione. In secondo luogo, permettono di costruire tessuto sociale e valori simbolici. Svolgono inoltre un servizio “per” e “sui” territori.

Abitare le periferie

Le periferie erano tradizionalmente considerate un luogo geograficamente lontano dal centro e quindi tendenzialmente di minor qualità e valore (proporzionalmente all’allontanarsi dal centro). Anzi venivano generalmente considerate luoghi di degrado che, in molti casi, veniva associato non solo agli aspetti fisici e alla carenza di servizi, ma anche alle situazioni sociali e persino caratterizzante le persone. Questa interpretazione era agganciata ad un’organizzazione urbana che è stata superata. Il centro non è più uno, ma sono tanti, e al loro interno ci sono molte situazioni di degrado.

Vultus Urbis

Ludovico Quaroni nel 1954 scrisse un saggio dal titolo “Il volto della città” pubblicato sul numero 25 della rivista “Comunità”, il cui incipit è: “La vita delle nostre città è ancora tristemente dominata da quel complesso di errori psicologici e critici ch’io vorrei chiamare, col permesso dei lettori, complesso del baedeker [guida da viaggio per turisti, così detta dal nome dei tipografi e librai tedeschi che nel 1836 diedero inizio alla loro pubblicazione].

Tra ambiente e territorio. Un focus sulla smart city

Il presente contributo analizza criticità e potenzialità della smart city, intesa sia categoria concettuale nuova, sia come fenomeno in crescente espansione. Lo spazio urbano smart è viene declinato come ‘intelligente’, ma non esiste, ad oggi, una definizione univoca di cosa si intenda con i termini ‘smart’ e ‘smartness’. Essi, infatti, nelle loro accezioni assumono sfumature differenti a seconda degli aspetti su cui si pone l’accento e degli ambiti di studio che li esaminano. Chi sono gli attori coinvolti all’interno delle dinamiche processuali riguardanti la città intelligente?

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