Città Universitaria e quartiere San Lorenzo

02 Pubblicazione su volume
Valeriani Andrea, Frediani Daniele

La Città Universitaria Sapienza è un luogo di grande valore storico e culturale, oltre che motore economico essenziale per Roma. Purtroppo, ormai da troppi anni il campus e tutte le aree limitrofe non riescono ad esprimere il proprio potenziale. Gli spazi progettati da Marcello Piacentini sono stati concepiti come luoghi rigorosi e dal forte valore simbolico, aspetto del tutto plagiato dall’invadenza delle automobili che costituiscono un ostacolo fisico e visivo non indifferente, nella Città Universitaria così come nel vicino Policlinico Umberto I. Anche le principali vie di accesso alle strutture Sapienza mostrano criticità irrisolte dovute alla scarsa manutenzione degli spazi, a una gerarchia della mobilità auto-centrica e a una generale carenza di servizi - sociali, culturali, sanitari - verso per la persona.
Lo scenario progettuale per l’area della Città Universitaria interessa non solo le sedi Sapienza ma tutti i quartieri che vi gravitano attorno: San Lorenzo, Tiburtino, Nomentano, proponendo una serie di interventi di riqualificazione generale degli spazi. L’idea progettuale si struttura su una suggestione: estendere alla città l’impianto «basilicale» che definisce il campus nel disegno di Piacentini, fatto di due assi principali, la «navata» longitudinale e il «transetto» trasversale. Si tracciano quindi due percorsi ciclopedonali, uno est-ovest di collegamento tra le stazioni Termini e Tiburtina e un altro nord-sud tra Villa Torlonia e le sedi distaccate nel quartiere San Lorenzo. I due assi si intersecano in piazzale della Minerva proprio di fronte al Rettorato, a sottolineare idealmente anche la forza di Sapienza quale motore di riqualificazione urbana. Assieme al ruolo centrale dato alla nuova configurazione di viale Regina Elena e viale Regina Margherita, i due assi definiscono una Rete della mobilità dolce.
La proposta tuttavia non si limita alle infrastrutture ciclo-pedonali: l’intento è quello di cogliere l’occasione per ripensare il ruolo della strada e quello delle piazze e delle aree verdi che la rete Sapienza include nel proprio tracciato. Per questo la rete da sola non è sufficiente a portare a una rigenerazione che sia di successo e duratura nel tempo. Il sistema viene integrato da Strade vitali, Oasi urbane e Nodi di salubrità. Partendo dall’insegnamento di Piero Bottoni, la Strada vitale diventa luogo inclusivo nel quale le persone possono riappropriarsi di spazi troppo a lungo dominati dalle automobili. Restituire la strada al pedone significa portare anche a una rivitalizzazione di attività economiche quali negozi, bar e ristoranti che possono beneficiare dei nuovi flussi di persone per i propri affari. Nel dettaglio, lo studio propone un approfondimento sul caso di via dei Dalmati quale strada vitale privilegiata. Lungo la Rete e le Strade vitali assumono notevole importanza i Nodi di salubrità e le Oasi urbane. Si tratta di aree che attualmente sono degradate o comunque sotto-valorizzate che possono invece diventare l’occasione per dotare la città di quegli spazi di aggregazione e di cura dei quali Roma è ancora gravemente carente, soprattutto rispetto ad altre capitali europee.

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