Poesia latina in Arcadia
Presupposti, genesi, funzioni e forme della poesia latina dell'Arcadia delle origini. Edizione di un testo recitato al Bosco Parrasio da Leone Strozzi nei primi anni '90 del Seicento.
Presupposti, genesi, funzioni e forme della poesia latina dell'Arcadia delle origini. Edizione di un testo recitato al Bosco Parrasio da Leone Strozzi nei primi anni '90 del Seicento.
Il volume racconta il Rione Esquilino di Roma utilizzando non solo documenti storici, dati statistici e cartografie, ma anche le rappresentazioni che ne sono state fornite (sotto forma di immagini, articoli della stampa periodica, film, opere letterarie, manifestazioni artistiche) e le auto-rappresentazioni di abitanti e attori locali.
A partire dall’epoca post-unitaria, l’Esquilino ha conosciuto intense fasi di popolamento
e spopolamento, in stretta connessione con le dinamiche urbanistiche e demografiche
di Roma, così come con i processi migratori nazionali e internazionali. Rispetto
alle altre aree centrali di Roma, l’Esquilino ha registrato comunque livelli di spopolamento
più contenuti e ancora oggi è il rione più abitato della città, grazie alla presenza straniera
e ai romani/italiani che hanno scelto di vivere in questo caratteristico spazio urbano.
L’Esquilino costituisce un’unità topografica storicamente definita, le cui
radici affondano nell’exquiliae, termine che nella Roma pre-augustea indicava il territorio
posto al di fuori dell’abitato vero e proprio. Nel corso del tempo, i suoi confini e
la sua riconoscibilità sono variati notevolmente. L’attuale configurazione iniziò a delinearsi
in epoca post-unitaria: il rione Esquilino nacque infatti nel 1874 dal distacco
della parte orientale del rione Monti, e nel 1921, con lo scorporo dell’area di Castro
Pretorio, acquisì i suoi attuali confini.
Il contributo mette in luce come l'Accademia dell'Arcadia facesse parte, insieme alle sue colonie sparse nei maggiori centri degli stati italiani, della Repubblica delle lettere che collegava l’intera Europa.
L'articolo esamina la descrizione in volgare tramandata nel codice Riccardiano (fine secolo XIV) che può risultare interessante in quanto documento della rilevante opera di volgarizzamento e quindi di diffusione della guida di Roma nota col titolo di Mirabilia urbis Romae. Rispetto all’originario testo in latino ed anche al più noto volgarizzamento delle Miracole de Roma, questa descrizione presenta numerose divergenze a partire dalla disposizione degli argomenti all’inserimento di passi tratti dai Cataloghi regionari.
L'incoronazione poetica che avvenne in Campidoglio nel 1725 segnò l'apice dell'attività culturale di Giovan Mario Crescimbeni, custode arcade chiamato a svolgere la regia dell'evento, da lui controllato nei più minuti dettagli, a glorificare, attraverso il trionfo della poesia, la politica culturale dell'Arcadia espressione delle gerarchie ecclesiastiche dello stato della Chiesa. bernardini Perfetti, presto dimenticato, poeta laureato dell'era Crescimbeni, diventa così lo strumento attraverso il quale l'Arcadia si afferma come Accademia dominante nella realtà romana.
Il saggio analizza, nel quadro della ricchezza e plurivocità artistico-culturale della città di Roma nel Settecento, l'apporto a sua volta universalistico, enciclopedico ed erudito dell'astronomo e bibliotecario casanatense Audiffredi.
Dall'esame di un manoscritto conservato a Roma di Nicolò Antonio Zingarelli, contenente fra molte cantante anche una ampia sull'episodio dantesco del conte Ugolino della Gherardesca, si amplia lo sguardo alla fortuna del "nuovo Dante" attraverso la seconda metà del Settecento.
Un attraversamento dell'opera in prosa di Giorgio Vigolo, nel denso delle sue implicazioni fantastiche, visive (visionarie), sonore (e musicali), e finanche "psicogeografiche".
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